Nel 2021 il consumo di oro in Cina ha registrato un incremento notevole, pari al 56% rispetto all’anno precedente.
Secondo un’analisi quantitativa del World Gold Council, basata su modelli di domanda di oro cinese e disamine di scenari di Bloomberg, Oxford Economics e QaurumSM, la domanda rimarrà forte anche nel 2022. Anche fattori qualitativi, quali un crescente interesse per i gioielli d’oro tra i giovani consumatori e una maggiore trasparenza dei prezzi, potrebbero supportare questa previsione.
La domanda di gioielli in oro in Cina, trainata anche dalla ripresa economica, ha raggiunto nel 2021 675t, un aumento del 63% su base annua e del 6% rispetto al 2019. Ottime performance anche delle banche commerciali locali per la vendita di lingotti e monete in oro, con un totale annuo di 284t nel 2021, + 44% rispetto al 2020 e + 35% rispetto al 2019.
Qualche preoccupazione riduce l’ottimismo di questi scenari. In primis il rallentamento della crescita economica cinese. Nonostante la buona performance del primo semestre 2021, la crescita del PIL cinese è diminuita nella seconda metà e soprattutto nell’ultimo trimestre, con un incremento percentuale che così basso non si era mai registrato negli ultimi anni. Una delle ragioni è sicuramente legata al settore immobiliare cinese, che nel 2019 aveva rappresentato oltre il 13% del PIL del paese. Per stabilizzare i prezzi delle case ed evitare rischi sistemici, la Cina ha introdotto nel 2021 misure come la determinazione dei prezzi guida per le abitazioni secondarie, l’imposizione di massimali per i rapporti sui mutui ipotecari delle banche e l’inasprimento dei controlli sui livelli di debito. Tutti interventi che hanno contribuito alla decrescita del settore.
A queste dinamiche locali, si aggiungono un paio di elementi di incertezza ulteriori, che riguardano un po’ tutti gli Stati. Uno è legato alla pandemia, che inevitabilmente rimane un fattore di rischio per l’economia cinese, data l’adozione di una politica di “tolleranza zero” nei confronti del Covid 19, con conseguenti potenziali ulteriori lockdown.
Il secondo è senz’altro la guerra Russia-Ucraina, che inaspettata fino a qualche mese fa, sta condizionando anche le transazioni tra i paesi e incidendo sui prezzi delle materie prime come l’oro e i diamanti, le cui quotazioni hanno subito una potente impennata dalla fine di febbraio, inizio del conflitto.
Proprio per la solidità dell’oro come bene rifugio, la domanda di lingotti e monete potrebbe essere superiore nel 2022 rispetto al livello pre-pandemia andando ben oltre le previsioni ottimistiche del World Gold Council.