Un semicerchio in oro o argento, incastonato di pietre preziose, che narra secoli di tradizioni: la tiara non è solo un gioiello, ma un simbolo ricco di significato che custodisce le storie e le usanze della nobiltà. Il suo fascino, da sempre associato a uno status sociale distintivo, ha superato i confini della sua origine, influenzando il mondo della moda, che ha reinventato la tiara come elegante accessorio di tendenza in numerose collezioni. Molte Maison, ognuna in coerenza al proprio stile, hanno reinterpretato la tiara, utilizzandola spesso come simbolo di opulenza o ribellione. Nel gioco del contrasto tra la sensualità di uno stile rock e l’allure principesca del gioiello, la tiara emerge come un’icona capace di raccontare storie nuove che strizzano l’occhio al fascino dell’antico.
Già storicamente la tiara fungeva da ornamento per il capo, tipico per la sua forma a semicerchio o corona aperta. Solitamente confezionata con materiali pregiati, come metalli nobili, diamanti e altre gemme, la tiara ha una storia che affonda le radici nelle ghirlande d’alloro dei Greci, trasformate poi in oro dai romani: la testa si decorava per una vittoria oppure per amore, come accadeva per le spose.
L’origine della tiara vera e propria viene fatta risalire ai persiani, per i quali diventò il simbolo tipico dei sacerdoti di Mitra, da cui ebbe inizio una tradizione di ornamenti sacri (il copricapo papale, oggi non più utilizzato, si chiama infatti Tiara Papale). L’uso di ornamenti per la testa era comune in molte culture antiche e veniva adottato sia da figure religiose che da sovrani e capi tribù, con l’obiettivo di mettere in rilievo le personalità di spicco all’interno del contesto sociale di riferimento.
Durante il periodo medievale e rinascimentale, le tiare continuarono ad essere indossate da nobili e regnanti, riflettendo la posizione sociale e il potere di chi le indossava, ma fu a partire dall’instaurazione dell’Impero Francese, con Napoleone III nel 1804, che le tiare si imposero definitivamente come il contrassegno del potere imperiale. Affascinato dall’antica usanza di indossare le tiare in occasioni speciali, già per la prima moglie Giuseppina fece realizzare la nota Cameo Tiara, un prezioso cimelio in oro rosso e perle, oggi appartenente alla casa reale di Svezia.
In occasione della sua sontuosa incoronazione a Notre Dame de Paris, riconoscendo l’importanza dell’eleganza del suo entourage, Napoleone finanziò generosamente i suoi rappresentanti affinché potessero indossare gioielli di alto livello. Un amico personale di Napoleone utilizzò i fondi ricevuti per acquistare una preziosa parure di rubini e diamanti da un gioielliere parigino. Questo set includeva una collana, orecchini, una spilla e due tiare a forma di rami fioriti con foglie di diamanti e bacche di rubino; una delle due tiare ha poi viaggiato da Parigi e Copenaghen e oggi, dopo due secoli di matrimoni, generosi doni e scambi fra regnanti europei, è indossata dalla Principessa Mary di Danimarca.
I gioiellieri che gravitavano attorno alla sontuosa piazza del lusso parigino conferirono alle le tiare uno stile romantico e classico, cui i reali d’Europa sembrano essere rimasti fedeli ancora oggi. E se l’Impero Francese consacrò questi ornamenti come simbolo di nobiltà, fu invece la Regina Vittoria d’Inghilterra a renderli popolari fra l’aristocrazia femminile. Grande amante dei gioielli, vantava infatti una collezione vastissima di tiare ornate con gemme preziose, perle e diamanti, che ispirò un desiderio di emulazione tra le nobildonne del suo tempo.
La tiara a cui la Regina Vittoria era particolarmente legata fu disegnata personalmente dal marito Alberto come dono per il loro matrimonio nel 1840: undici zaffiri e centinaia di diamanti incastonati in una struttura in oro e argento di stile gotico. La regina amava indossarla sia come coroncina che come fermacapelli, come si può apprezzare nel celebre ritratto di Franz Xaver Winterhalter, dove la tiara avvolge con eleganza lo chignon della sovrana.
Questo gioiello, simbolo del profondo legame tra la Regina Vittoria e il suo amato marito, fu oggetto di attenzione nel 2016 quando uscì dalle Collezioni della Corona. Tuttavia, il Regno Unito, consapevole del suo inestimabile valore artistico e storico, intervenne imponendo un divieto di esportazione per preservare la tiara nel territorio britannico.
Questo episodio è solo uno degli esempi che dimostrano il profondo attaccamento dei reali inglesi ai gioielli di famiglia. Un caso più recente riguarda il matrimonio di Harry e Meghan, e la tiara in stile art déco che la principessa indossava nel suo giorno speciale. Questa tiara a forma di fascia (modello più precisamente conosciuto come Bandeau) fu scelta personalmente dalla Regina per la futura moglie del nipote e apparteneva alla Regina Mary, realizzata nel 1932 e composta interamente da diamanti, con una spilla centrale datata 1893. A causa delle rigorose procedure necessarie a far sì che un gioiello di simile fattura uscisse da Buckingham Palace, non fu affatto semplice per Meghan e il suo entourage riuscire ad entrare effettivamente in possesso della tiara in vista delle nozze. Questo episodio, passato alle cronache come il “Tiara Gate”, fu poi raccontato anche da Harry in Spare, dando spazio a varie speculazioni riguardo ai reali rapporti tra la Regina e la coppia di sposi.
Attraverso questa panoramica di aneddoti, che intrecciano il passato con l’attualità, emerge chiaramente come il fascino delle tiare non solo abbia resistito al passare dei secoli, ma sia addirittura cresciuto, solleticando la vanità delle principesse d’Europa.