Il Palazzo dei Diamanti è uno degli edifici più conosciuti al mondo. Simbolo della città di Ferrara e dell’espansione urbanistica e culturale di cui beneficiò in epoca rinascimentale.
Il suo nome deriva dalla splendida lavorazione muraria esterna della facciata. Il pregiato bugnato composto da oltre 8500 blocchi di marmo dalla caratteristica forma a punta di diamante. La particolarità di quest’opera risiede nella capacità del marmo stesso di catturare e riflettere al meglio la luce in ogni punto della facciata. Le punte furono orientate diversamente a seconda della loro collocazione, donando all’edificio effetti prospettici spettacolari e impossibili da replicare. Proprio come per i diamanti veri, ogni pietra gode quindi di una sua unicità irripetibile.
Progettato nel 1492 per conto della famiglia d’Este, il palazzo ha inoltre una storia affascinante e carica di mistero. Nello specifico fu Ercole d’Este, fra i principali mecenati e uomini di cultura del Rinascimento, a commissionarne la realizzazione per il fratello Sigismondo, all’interno del più grande progetto di riorganizzazione urbanistica, noto appunto come “Addizione Erculea”, che fece di Ferrara la prima capitale moderna d’Europa.
La scelta di ispirarsi proprio al diamante nella progettazione della facciata non è casuale. Il diamante, già ricorrente nella tradizione araldica della famiglia d’Este, fu poi scelto da Ercole come simbolo ed emblema personale, nel quale si identificò. Divenne duca nel 1471, acclamato non a caso dai ferraresi al grido di “Diamante, Diamante!”, a dimostrazione di quanto forte fosse il suo legame con la pietra, per eccellenza simbolo di lealtà e purezza. Inaugurò così un periodo sereno e florido per la città, dando spazio all’architettura, all’arte e alla cultura, con particolare focus sulla musica e sul teatro, arrivando ad attrarre alla sua corte poeti e commediografi del calibro di Ludovico Ariosto.
Le fondamenta del Palazzo dei Diamanti si poggiano sul terreno fertile che era Ferrara nel pieno del Rinascimento italiano. Ma altri significati, meno noti e dal sapore esoterico, ammantano il palazzo e il suo ruolo nel piano urbanistico dell’Addizione Erculea. Si dice infatti sia stato costruito in una posizione non casuale, frutto di precisi calcoli astronomici, e che addirittura il diamante originale della corona del Duca sia stato nascosto all’interno di una delle tante piramidi marmoree della facciata.
L’obiettivo finale era quello di attrarre le forze positive dell’universo verso il suo prestigioso palazzo e il diamante vero in esso celato doveva rappresentare una sorta di astro celeste in terra. Ma dove si trovi davvero il diamante rimase per sempre un mistero. Il Duca non volle mai rivelare sotto quale pietra venne effettivamente celato. Talmente geloso del suo segreto, secondo la leggenda, ordinò persino di mutilare occhi e lingua del capomastro, scongiurando per sempre il rischio che qualcuno scoprisse il suo prezioso diamante, lasciandolo così custodito per sempre sotto uno degli 8500 blocchi di marmo del Palazzo dei Diamanti.