Un contesto geopolitico e finanziario sempre più complesso sta rendendo la gestione delle riserve auree più importante che mai. Nel 2023, le banche centrali hanno aggiunto 1.037 tonnellate di oro – il secondo acquisto annuale più alto della storia – dopo il record di 1.082 tonnellate nel 2022.
Dopo questi numeri record, l’oro continua a essere visto con favore dalle banche centrali come attività di riserva. Secondo una indagine condotta dal World Gold Council sulle riserve auree della banca centrale (CBGR), condotta tra il 19 febbraio e il 30 aprile 2024 con un totale di 70 risposte, il 29% delle banche centrali intervistate intende aumentare le proprie riserve auree nei prossimi dodici mesi, il tasso più alto livello che abbiamo osservato da quando abbiamo iniziato questa indagine nel 2018. Gli acquisti pianificati sono principalmente motivati dal desiderio di riequilibrare a un livello strategico le riserve auree, la produzione nazionale di oro e le preoccupazioni dei mercati finanziari, tra cui maggiori rischi di crisi e aumento dell’inflazione. L’ottimismo nei confronti del futuro ruolo dell’oro nelle riserve globali continua a crescere, con il 69% che afferma che la quota di oro nelle riserve sarà più alta tra cinque anni rispetto al 62% dell’anno scorso.
Il ruolo dell’oro come riserva di valore a lungo termine è il motivo più apprezzato per cui le banche centrali detengono oro, seguito dalla performance dell’oro durante i periodi di crisi.
Emerge inoltre che c’è stato un notevole miglioramento nel modo in cui le banche centrali delle economie avanzate vedono il ruolo dell’oro, con le loro prospettive ora molto più allineate a quelle delle banche centrali dei mercati emergenti.