L’educazione finanziaria è indispensabile per costruire il futuro collettivo, non solo individuale – sottolinea la direttrice del Comitato Edufin, Annamaria Lusardi – ed è collegata alla stabilità finanziaria del Paese.
Per questo motivo non sono più sufficienti iniziative frammentate, ma è necessario prevedere programmi su vasta scala per aumentare le conoscenze finanziarie, assicurative e previdenziali degli italiani, con offerte formative specifiche per le fasce di popolazione più vulnerabili, come i giovani e le donne. Ed occorre partire con l’educazione finanziaria il più presto possibile.
Ma cosa si intende per educazione finanziaria?
Secondo la definizione dell’OCSE – organizzazione internazionale di studi economici per i paesi membri, ovvero quei paesi sviluppati aventi in comune un sistema di governo di tipo democratico ed un’economia di mercato – l’educazione finanziaria «è un processo attraverso il quale i consumatori, i risparmiatori e gli investitori migliorano le loro capacità di comprensione dei prodotti finanziari e dei concetti che ne sono alla base. Attraverso istruzioni, informazioni e consigli sviluppano attitudini e conoscenze atte a comprendere i rischi e le opportunità di fare scelte informate per migliorare il proprio stato e il livello di protezione».
In Italia, il livello di educazione finanziaria è sempre stato storicamente più basso rispetto alla media dei paesi dell’OCSE. Nel 2020, il nostro paese occupava il 25esimo posto su 26 per quanto riguarda le conoscenze in ambito economico e finanziario da parte della popolazione.
Ogni anno in ottobre si tiene in Italia il mese dell’educazione finanziaria. Si tratta di un periodo ricco di seminari, lezioni, laboratori e spettacoli gratuiti organizzati in tutto il territorio nazionale con l’obiettivo di aiutare i cittadini a sviluppare conoscenze su temi assicurativi, previdenziali e di gestione delle risorse finanziarie personali e familiari. Le iniziative promosse servono a rispondere alla crescente necessità di acquisire conoscenze e competenze su cui poter contare per gestire al meglio i propri risparmi.
È anche aumentata negli anni la quota di italiani che vorrebbe l’introduzione dell’educazione finanziaria sia nelle scuole (da 86,5% a 89,1%) che sul posto di lavoro (da 76,5% a 79,5%). Lo rivela il Rapporto Edufin 2022 “Educazione finanziaria: strumento d’orientamento in tempo d’incertezza” realizzato dal Comitato Edufin in collaborazione con Doxa.
Oggi che si parla di crisi economica, inflazione, fallimento di banche e oscillazioni dei mercati, una scarsa alfabetizzazione finanziaria mostra una crescente attenzione verso investimenti più rischiosi.
Non solo, la diffusione di fattori di stress dovuti all’aumento dei prezzi di beni alimentari ed energetici, la paura di non avere risparmi sufficienti per affrontare le emergenze e le oscillazioni dei mercati finanziari imperano nelle famiglie italiane e tra i più giovani. Secondo i dati del comitato istituzionale, emergono sia una minore disponibilità a investire, soprattutto nelle forme più rischiose, sia un grande disorientamento su quali decisioni concretamente assumere che si sostanzia nel mantenimento dello status quo.
Per questo ci auguriamo che cresca la consapevolezza finanziaria e l’attenzione a temi importanti che riguardano le tasche di tutti.