Ci sono diamanti che passano alla storia per la loro preziosità e diventano celebri grazie a un colore particolare, alla caratura esagerata o alla loro storia che affascina e attrae sempre più curiosità intorno a chi li possiede.
Nella classifica dei diamanti più costosi del 2020 troviamo il De Beers Centenary, estratto grezzo nell’estate del 1986 e lavorato da uno dei migliori tagliatori di diamanti della storia, il grande Tolkowsky.
Per creare le sue 247 faccette, egli non volle far uso di nessun laser o lama, temendo che il calore e le vibrazioni avrebbero rovinato la lucentezza di questa pietra davvero perfetta. Quindi optò per la sfaldatura a mano e impiegò 3 anni per portarlo alla sua forma attuale da 273,85 carati.
Quando venne trovata questa pietra solo pochissime persone seppero della scoperta e oggi dietro la sua storia ci sono molte teorie tra cui quella che sia stata venduta da De Beers a un compratore segreto. Non è noto dove si trovi attualmente ma si sa che vale ben 100 milioni di dollari.
Più del doppio, invece, vale il famoso Hope Diamonds, il “diamante della speranza”, quotato circa 250 milioni di dollari.
Scoperto in India nel 1600, il diamante deve la sua fama non solo alla sua bellezza ma anche alla sua lunga storia e alla reputazione di portasfortuna. Molti di coloro che ne hanno potuto vantare il possesso infatti patirono guai di ogni tipo o morirono entro breve tempo per omicidio, suicidio o malattie. Fra gli altri, il re Luigi XIV che lo acquistò nel 1668.
Dopo oltre quattro secoli di storia, con i suoi 45,42 carati, il profondo colore blu scuro e il taglio a cuscino, l’Hope Diamonds riesce ancora ad affascinare chiunque lo osservi presso il National Museum of Natural History di Washington DC dove si trova esposto al pubblico.
Ben stretto fra le mani del suo nuovo proprietario, invece, troviamo il The Princie, un diamante rosa da 34,65 carati, così battezzato in onore del “principino” figlio di Sita Devi, maharani di Baroda, la terra della miniera indiana di Golconda dove fu estratto.
La sua storia ha più di 300 anni e conta innumerevoli proprietari. Nel 1960 venne acquistato dall’italiano Renato Angiolillo presso i gioiellieri Van Cleef & Arpels, per 33 milioni di euro. Sfoggiato per anni dalla seconda moglie di lui, Maria Girani Angiolillo, morta nel 2009, lo scorso anno il diamante è stato oggetto di una disputa tra i figli, uno dei quali pare lo abbia venduto oltreoceano alla casa d’aste Christie’s. I figli del primo matrimonio ne rivendicano ora la paternità ma lo sceicco del Qatar che lo ha comprato per 40 milioni di dollari nel 2013 non ha intenzione di liberarsene.
Senza prezzo, invece, è considerato oggi il diamante Grand Sancy, non solo per i suoi 55,23 carati ma anche per la sua storia iniziata in India intorno al 1500 e ricca di compravendite a cifre esorbitanti.
Tagliato a forma di scudo, questo pregiato diamante dal colore giallo brillante, è passato fra le mani di monarchi europei e famiglie prestigiose per secoli. Il suo nome deriva dal francese Nicolas de Harley, Seigneur de Sancy, che lo ha posseduto per un periodo.
Nel 1978 è stato acquistato per 1 milione di dollari dal museo del Louvre e tutt’oggi si trova lì esposto presso la galleria di Apollo, assieme ad altri famosi diamanti appartenuti alla corona francese.
#diamanti
#diamanticelebri
#gioielli
https://bit.ly/325RIhs